Il difensore centrale ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo dopo la rescissione con il Monza avvenuta due giorni fa. L'ex Inter, a 34 anni e mezzo, ha spiegato di non avere più nulla da dare.

Andrea Ranocchia ha annunciato il suo addio al calcio giocato attraverso due lunghi video apparsi sui suoi profili social. Il difensore centrale classe '88 aveva salutato l'Inter al termine della passata stagione, dopo 10 lunghi anni trascorsi con la maglia nerazzurra addosso. Avventura che non è potuta terminare nel migliore dei modi, visto lo scudetto perso nelle ultime giornate a vantaggio del Milan. In estate, da svincolato, aveva firmato per il Monza di Berlusconi e Galliani, ma la nuova parentesi è stata interrotta troppo presto a causa di un grave infortunio alla tibia rimediato nel match del suo esordio con i brianzoli, avvenuto contro il Napoli alla seconda giornata. Da qui la decisione di rescindere con il club biancorosso e subito dopo di ritirarsi.
Gli esordi tra Arezzo e Bari sotto la guida di Antonio Conte
Andrea Ranocchia muove i suoi primi passi da calciatore nella sua terra natale, l'Umbria, tra Bastia e Perugia. Esordisce da professionista in Serie B con la maglia dell'Arezzo, sotto la guida di Antonio Conte. Quest'ultimo, nell'estate 2008 lo porta con sé al Bari, dove centra la promozione in A apportando il suo contributo grazie a 1 gol in 17 presenze. Debutta con la maglia dei Galletti nel massimo campionato italiano, il 29 agosto 2009 a San Siro, quando la squadra biancorossa blocca sull'1-1 l'Inter di Mourinho (vittoriosa dello storico 'Triplete' 9 mesi più tardi). Durante quell'annata forma con Leonardo Bonucci quella che avrebbe dovuto essere la coppia di centrali della Nazionale del futuro. A causa di un infortunio al ginocchio, tuttavia, è costretto a saltare la seconda parte di stagione, chiudendo la sua avventura pugliese con 3 reti in 35 partite giocate.
Dalla breve parentesi genoana alla fascia da capitano in nerazzurro
Successivamente si trasferisce al Genoa, il quale lo acquista in comproprietà con l'Inter. All'ombra della Lanterna mette ancora in mostra le sue doti, convincendo il club nerazzurro a riscattare il suo cartellino e puntare su di lui. Con l'etichetta del 'nuovo Materazzi', riesce a convincere subito Leonardo, allora allenatore della 'Beneamata', il quale lo lancia da titolare. A fine stagione conquista il suo primo trofeo, la Coppa Italia, scendendo in campo dal 1' nella vittoriosa finale di Roma contro il Palermo, terminata 3-1. Durante gli anni successivi si rende protagonista di diverse prestazioni positive, grazie alle quali eredita la fascia da capitano dal leggendario Javier Zanetti. Tuttavia è a questo punto che, inaspettatamente, la sua carriera prende una piega diametralmente opposta.
Stagioni deludenti, prestiti e... 19° scudetto da leader silenzioso
Sfortunatamente cominciano delle annate negative per l'Inter, caratterizzate da cambi societari, caos nella costruzione delle rose, caterve di infortuni, sconfitte e inevitabilmente risultati sportivi deludenti. Nel marasma generale, il difensore non riesce a salvarsi, perdendo titolarità e fascia da capitano. In cerca di riscatto, nel gennaio 2016 si trasferisce alla Sampdoria con la formula del prestito secco per sei mesi. Un anno dopo vola in direzione Inghilterra, quando è l'Hull City a puntare su di lui. In Premier League colleziona 16 presenze e 2 reti. Fa nuovamente ritorno nel club nerazzurro ricoprendo però il ruolo di riserva, agli ordini del tecnico Luciano Spalletti, il quale lo schiera in attacco quando la squadra è in emergenza.
Nel 2019-2020 l'arrivo a Milano del suo mentore Antonio Conte, fa inizialmente presagire un possibile rilancio per lui. Tuttavia, pur ritrovando una momentanea titolarità in avvio di campionato, nelle settimane seguenti il difensore non riesce a sovvertire le gerarchie della retroguardia interista, scivolando nuovamente tra le seconde linee. Trova modo di raggiungere le 200 presenze in maglia nerazzurra, traguardo toccato il 20 febbraio 2020 nella sfida di Europa League vinta 2-0 sul campo del Ludogorets. La situazione non cambia nell'annata 2020-2021, in cui ha comunque modo di fregiarsi da leader silenzioso del 19° scudetto del club. La stagione seguente prende parte, sempre da rincalzo, alla conquista di due trofei: la Supercoppa italiana e la Coppa Italia. In particolare, nel cammino di Coppa proprio lui ha modo di essere decisivo per i suoi, grazie al gol del parziale 2-2 siglato nel recupero della sfida degli ottavi di finale contro l'Empoli.
Al termine della stagione non rinnova il proprio contratto in scadenza col club, chiudendo dopo undici anni la sua esperienza interista con 226 presenze, 14 reti e 4 trofei vinti.
I motivi che lo hanno portato al ritiro
A parlare dei motivi principali che lo hanno spinto a prendere tale decisione, ci ha pensato il diretto interessato tramite due monologhi pubblicati sui propri canali social, accompagnati dalla scritta "Endgame". Riportiamo qui le parole proferite durante il primo video: "Il mio ultimo anno e mezzo non è stato facilissimo, piano piano anche la passione che ho sempre provato per questo gioco è venuta meno. A maggio dell'anno scorso, quando ero ancora all'Inter, sentivo che qualcosa non mi tornava, ma non capivo cosa fosse. Con il club abbiamo deciso di separarci perché volevo trovare nuovi stimoli e nuove emozioni. Ho avuto la fortuna di trovare il Monza che mi ha dato un'opportunità e grande fiducia, offrendomi un ottimo contratto, oltre alla possibilità di rimettermi in gioco e poter capire cosa mi stesse succedendo. Purtroppo all'inizio della stagione le sensazioni non erano migliorate e andando avanti è come se mi si fosse spento un interruttore, non c'era più passione. All'inizio non volevo accettarlo, ho continuato con impegno, ma sentivo che non c'era più niente dentro di me".
L'infortunio di Napoli e la scelta definitiva
Nel secondo video si è soffermato su quello che probabilmente ha contribuito di più alla sua decisione finale: "Inoltre c'è stato questo brutto infortunio rimediato a Napoli, che mi avrebbe tenuto lontano per mesi: senza la passione e la determinazione necessarie per tornare ho ritenuto giusto non prendere in giro nessuno, a partire da me stesso. Ho sentito Galliani e gli ho espresso il mio malessere e la mia decisione, lui ha capito e ci siamo lasciati da amici e con grande rispetto. Non ho più niente da dare in questo momento. Adesso mi prendo un po' di tempo per rimettere in ordine tutte queste emozioni e i miei pensieri per il futuro. Non credo proprio che tornerò a giocare a calcio, non è quello che voglio".
Parole lusinghiere da parte di Adriano Galliani
L'ad del Monza Adriano Galliani ha commentato la scelta del giocatore, spendendo per lui parole al miele: "Andrea è una persona stupenda, l'hanno sempre detto i suoi allenatori e i suoi compagni. Sono pochi i calciatori che rinunciano al denaro. Lui l'ha fatto. E' una scelta sua, personale, non sollecitata da noi. E' stato lui a volerlo. Chapeau, grande uomo, grande giocatore. Per lui le porte del Monza saranno sempre aperte se vorrà intraprendere una carriera da allenatore. Non è stata né pensata né sollecitata da noi, è stata una decisione tutta sua".
Il messaggio dell'Inter: "Onorati di aver fatto parte del tuo cammino"
L'Inter ha postato sui propri canali social le foto dei 4 momenti clou della carriera di Andrea Ranocchia, accompagnate da una bella frase.