Dybala pareggia i conti nel big match di San Siro e sfodera la D-mask sotto la Nord interista. Mourinho e i giallorossi possono volare grazie al campione argentino

Restiamo convinti che la Roma non sia Dybala-dipendente. Ma di sicuro senza il Ventuno è dura stappare la partita. Sabato sera è riuscita a rimettersi sui binari della gara pareggiando subito il gol di Di Marco. Proprio grazie a un'altra prodezza della Joya.
Lo splendore di Dybala, capitolo Inter-Roma
Minuto 39: Spinazzola recupera palla a centrocampo intercettando la sfera dalle gambe di Barella. Corre forte come pochi sanno fare, difendendo il possesso, alzando gli occhi. Il cross è giusto, Bastoni stringe troppo e male dentro l'area. Dybala attende dall'altro lato, si coordina come Natura comanda, senza fatica. Il destro schiacciato rimbalza per terra e buca le mani di Handanovic, costretto a buttare la palla in porta.
L'ex Juve, quasi Inter, gonfia la rete e sfodera la D-mask sotto la Nord nerazzurra. Di più, volta le spalle ai tifosi di casa e con i pollici indica numero e cognome sulla maglia. "Sì, vi ho segnato io. Colui che potevate avere e avete rifiutato".
Il rimpianto
E così, dopo aver inciso contro la Juve a Torino con un prezioso assist, Dybala ha detto pesantemente la sua in un altro big match. dal quale, stavolta, sono arrivati i tre punti. Colpaccio. Sono già cinque le marcature da inizio stagione, Helsinki compreso. Già un terzo di quanto realizzato la scorsa stagione.
"Non sono sempre io a decidere, ho una società dove andiamo tutti nella stessa direzione. È un anno e mezzo che si lavora nella stessa direzione, c'è un confronto quotidiano. Su Lukaku si è fatta una scelta condivisa", ha risposto Simone Inzaghi a specifica domanda su come sono andate davvero le cose durante il mercato estivo.
Basta vedere la mole di prime pagine sportive prodotte tra giugno e agosto sull'avvicinamento della Joya alla Milano nerazzurra. Un percorso poi improvvisamente sfumato. Reindirizzato verso la Capitale.
Chi Dybala ferisce Dybala perisce: l'Inter, prima con la Juve e ora con la Roma
E allora l'addio alla Juve - doloroso, pieno di lacrime e di sentimento - è stato deciso nel corso dei mesi dalla società, come lo stesso talento ha confermato ("Avevo un accordo per rinnovare, ma club e allenatore hanno cambiato le cose"). La trattativa con il club meneghino, invece, non si è concretizzata e resta di fatto un rimpianto dei tifosi. Oltre che una bestia nera: con quello di sabato, PD ha marcato in quattro delle sue ultime cinque partite di campionato contro l’Inter. (Si pensi che prima ancora non aveva realizzato alcun gol in dieci uscite contro i nerazzurri in campionato). Nessuno come lui nel confronto con l'ex club di Mou.
Il presente si chiama Roma e Argentina
Adesso la Joya è coccolato da Mourinho, dai suoi nuovi tifosi. Si sente di nuovo al centro di un progetto, sorride e mette paura agli avversari. La forma fisica non è ancora al top, quella mentale sì. Ma Paulo conosce il suo corpo, sa fino a dove insistere. E anche chi gli sta attorno ha imparato.
La doppia panchina conservativa offertagli dal Ct argentino Scaloni è stata una manna dal cielo. Utile a riposare le gambe nonostante il forfait pre Roma-Atalanta. Il mondiale si avvicina, per andarlo a prendere serve la massima gestione nelle sfide con la maglia giallorossa. Con i gol e le prestazioni pesanti, però, tutto diventa più facile. Come sorridere ancora sotto un'altra Dybala mask.