Il vice-capitano dei rossoneri sarà un perno fondamentale anche tra i transalpini: Theo Hernandez si è meritato la convocazione tra coloro che rappresenteranno la Francia a Qatar 2022.

Dopo aver ritrovato il gol su azione (e che gol, contro lo Spezia), il terzino è stato convocato da Dechamps per rappresentare il suo paese ai Mondiali. Negli ultimi anni Theo ha avuto un miglioramento tale da garantirsi la titolarità nel Milan e con la Francia, smentendo le malelingue che si era pronunciate prima del suo arrivo in rossonero.
Quel caffè con Maldini…
Ottimo potenziale, ma poca costanza e comportamenti fuori dal campo da rivedere. Questo il leit motiv che si sentì troppo spesso nel luglio 2019, quando Paolo Maldini acquistò il terzino dal Real Madrid. Primo acquisto dello storico capitano rossonero, Theo rifiutò il Leverkusen non appena si presentò la possibilità di arrivare a Milano: come raccontato dallo stesso, bastò un caffè ad Ibiza con Maldini per convincersi del trasferimento a Milano. Da subito, il francese si impose in un Milan ancora acerbo e poco brillante, risultando una delle poche note positive dell’inizio con Giampaolo. Dall’esordio nel 21 settembre contro l’Inter, dove nei primi minuti disputati con una discesa delle sue colpì un palo, Theo Hernandez non è più uscito dal campo. Con Giampaolo prima e Pioli poi, l’ex Real è sempre stato al centro del Milan.
L’idolo dei rossoneri alla conquista della Francia
“Olè olè olè olè, Theo, Theo”: ad ogni suo gol, dalla Curva Sud si alza il coro per lui. Dopo il gol meraviglioso contro l’Atalanta, San Siro intonava il suo nome a gran voce. Protagonista assoluto della corsa scudetto macinando chilometri sulla fascia sinistra, Theo Hernandez non si è risparmiato neanche durante i festeggiamenti dello scorso maggio. Ora la missione per il 19 del Milan è conquistare anche i tifosi in patria, dopo esser entrato nel cuore dei suoi supporter rossoneri. Nella formazione schierata dal c.t. Dechamps Theo potrà ricoprire il ruolo di quinto di centrocampo, giocando più vicino alla porta e garantendo il solito, immancabile, apporto offensivo.