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Inter in caduta libera: da squadra più forte a una tra le più fragili. Esiste una via d'uscita?

3 Ottobre 2022   Francesco Ciarnelli

I nerazzurri non riescono a superare un periodo negativo che dura ormai da troppo tempo. Contro la Roma è arrivato il quinto ko stagionale in dieci partite disputate: un dato spaventosamente preoccupante.


L'Inter ha perso la propria identità e non riesce più a ritrovarla. Nel match di sabato contro la Roma è arrivata la quinta sconfitta in dieci partite disputate. Un avvio da incubo che ha dell'incredibile se pensiamo i propositi con cui era cominciata questa stagione. Dopo i due trofei conquistati tra gennaio e maggio, bisognava ripartire per riprendersi lo scudetto, finito al centro del petto dei giocatori del Milan. Paradossalmente i nerazzurri si ritrovano ad eguagliare i record negativi delle sue annate peggiori, rievocando nella mente dei propri tifosi le orribili annate sotto la guida di Gasperini e De Boer. Passare in poco tempo, dall'essere la squadra da battere a una delle più fragili del campionato (13 gol subiti, peggio hanno fatto solo Sampdoria, Cremonese, Spezia e Monza), deve essere frustrante e il morale inevitabilmente è sotto i tacchetti. Ora tutti si chiedono: qual è, se esiste, la via d'uscita da percorrere?

Risolvere due grosse grane: Skriniar e Handanovic

Dalla sfida di San Siro contro i giallorossi sono emerse due grane da risolvere per ritrovare compattezza a livello difensivo: Milan Skriniar e Samir Handanovic, due uomini chiave nei recenti successi interisti, sono irriconoscibili.

Lo slovacco è apparso ancora una volta in totale confusione, perdendosi la marcatura di Smalling in occasione del definitivo 1-2. A preoccupare ulteriormente è l'impotenza del centrale classe '95, dinanzi a un'azione per vie centrali di Tammy Abraham nei minuti finali: l'attaccante inglese lo puntava e lui indietreggiava con molta insicurezza, non riuscendo ad impedirgli di tirare. Per sua fortuna l'avversario poi è stato impreciso e ha calciato sul fondo. La dirigenza sa di dover risolvere quanto prima la questione rinnovo perché questa situazione di incertezza non fa altro che inficiare negativamente sulle prestazioni dell'ex Sampdoria.

Lo sloveno invece è finito nel mirino dei tifosi da troppo tempo e tutti chiedono un avvicendamento definitivo con André Onana. In occasione del pareggio di Dybala avrebbe potuto fare sicuramente meglio: il tiro era sì di controbalzo e potente, ma centrale, e il suo tuffo è stato alquanto goffo. Non è la prima volta che il capitano commette degli errori decisivi ai fini del risultato e in questo modo viene inesorabilmente minata ogni certezza dei giocatori in campo. A 38 anni, un capitano dovrebbe capire di aver dato ormai tutto e magari fare un passo indietro, per il bene della squadra. Avere un signor portiere è importante per poter sollevare trofei e in questo momento l'ex Udinese non lo è.

Problemi fisici a profusione: così diventa davvero dura

Dover rinunciare a Lukaku, giocatore attorno a cui probabilmente era stato disegnato il progetto tecnico, è un fattore negativo non di poco conto. Sembrava quasi recuperato e invece c'è stato un intoppo nella tabella di marcia, con l'attaccante belga costretto a saltare almeno altre due o tre partite. Senza dimenticare che al rientro non sarà pronto subito e le sue presenze inizialmente saranno centellinate, vista l'assenza dai campi ormai da oltre un mese. Il centravanti classe '93, lo ricordiamo, si è infortunato al flessore e in quella parte del corpo hanno accusato problemi fisici anche Calhanoglu, Brozovic e per ultimo Lautaro Martinez. Il turco ha recuperato in extremis per sabato e non era al 100%, al posto del croato ha giocato Kristjan Asllani, non sfigurando, e l'argentino invece ha lasciato lo stadio zoppicando. Fortunatamente gli esami hanno escluso lesioni, si tratta di un semplice affaticamento. Verrà però valutato insieme allo staff se rischiarlo o meno domani.

La panchina di Inzaghi traballa: decisivi i prossimi 9 giorni

La squadra è con Inzaghi, come confermato da Federico Dimarco nel post partita di sabato. L'allenatore piacentino gode della fiducia da parte della società, rinnovatagli in occasione del summit avvenuto durante la sosta per le Nazionali. Il diktat però è chiaro: bisogna tornare a vincere e convincere al più presto. Senza risultati non si va da nessuna parte e il rischio esonero incombe con una certa insistenza. Potrebbero essere decisivi i prossimi 9 giorni, durante i quali i nerazzurri affronteranno Barcellona e Sassuolo. La doppia sfida di Champions contro i blaugrana di Xavi sarà importante per mettere una serie ipoteca sulla qualificazione agli ottavi. In mezzo c'è la decisiva trasferta di Reggio Emilia contro quei neroverdi già indigesti durante la scorsa stagione ai fini della lotta scudetto. Aver disputato una delle migliori partite finora non basta, è soltanto una magra consolazione. I punti di distacco dalla vetta sono adesso 8 e la stagione non può essere compromessa ulteriormente. Non c'è più tempo, è vietato sbagliare ancora.

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