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Inter, vittoria di misura contro il Barcellona nel segno di Calhanoglu: ora comincia un'altra stagione?

5 Ottobre 2022   Francesco Ciarnelli

I nerazzurri tornano a vincere dopo tre settimane, scacciando momentaneamente la crisi. Contro i blaugrana si sono rivisti sprazzi della squadra ammirata nelle ultime due stagioni, almeno dal punto di vista caratteriale. Adesso occorre ritrovare lucidità nel gioco e dare continuità ai risultati per riassestare il cammino in campionato.


L'Inter torna a vincere e lo fa da grande squadra, dimostrando di avere tutti i mezzi per raddrizzare una stagione cominciata malissimo. Ieri sera a San Siro, i nerazzurri si sono imposti sul Barcellona per 1-0 grazie a un bel gol da fuori area siglato da Calhanoglu. Gli ospiti hanno dominato il gioco attraverso il loro marchio di fabbrica, ovvero il tiki-taka, reso vano dalla prova coriacea sfoderata dai ragazzi di Inzaghi. Una vittoria tremendamente importante sia per il morale sia per la classifica del Gruppo C di Champions League. Non era assolutamente facile, visto il periodo negativo e le pesanti assenze di Brozovic e Lukaku. Ottime risposte da parte di tutti i giocatori scesi in campo, soprattutto sotto il profilo mentale. I problemi nel modo di giocare non sono svaniti e occorre risolverli al più presto. Lo spogliatoio è unito e tutti insieme bisognerà ritrovare continuità in campionato a partire dall'anticipo di sabato in casa del Sassuolo. E tra una settimana c'è il ritorno al 'Camp Nou' per cercare un'altra impresa. In Catalogna anche un pareggio sarebbe oro colato.

Carattere, concentrazione e cuore: questo è lo spirito giusto

Un aspetto su tutti ha colpito coloro che hanno assistito alla vittoria nerazzurra: l'atteggiamento dei giocatori. Contrariamente a quanto successo nelle ultime uscite, si è vista la voglia di portare a casa i tre punti. Sempre attenti, organizzati, compatti, pronti a lottare su ogni pallone senza paura, decisi nei tackle e desiderosi di riconquistare subito il possesso perso. Come riportato da FcInter1908.it, la sensazione è che se l'Inter fosse scesa in campo da inizio stagione con lo stesso piglio, avrebbe rischiato di non perdere nemmeno una delle quattro gare di campionato. E questo fa maledettamente e legittimamente imbestialire il tifoso nerazzurro, ma anche ben sperare in vista del futuro. Skriniar e compagni, sornioni, non hanno lasciato spazi scoperti e si sono fatti trovare pronti sulle ripartenze. Nel finale hanno saputo soffrire e, dopo un recupero interminabile (ben 8 minuti e mezzo a causa delle frequenti interruzioni), hanno esultato insieme ai tifosi. Un'incredibile iniezione di fiducia che potrebbe dare avvio ad una 'nuova' stagione.

Calhanoglu match winner: esame da regista superato a pieni voti

L'assenza di Brozovic destava le solite preoccupazioni, specialmente contro una squadra come quella di Xavi, dotata di un centrocampo talentuoso sempre pronto a gestire il possesso palla. Schierare Hakan Calhanoglu da regista al posto del croato, sembrava uno degli ennesimi esperimenti di Inzaghi destinati a fallire miseramente. E invece no. Il turco non solo ha interpretato il ruolo in maniera impeccabile, distribuendo palloni con precisione e rendendosi utile in fase di copertura, ma è anche risultato determinante ai fini del risultato. Nel recupero del primo tempo ecco la giocata decisiva: il classe '94 riceve palla da Dimarco qualche metro fuori dall'area di rigore, prende la mira e scocca, verso il primo palo, un potente e preciso destro rasoterra su cui Ter Stegen non riesce ad arrivare. Un lampo che fa esplodere San Siro e prova a dare la scossa a tutta l'Inter, al momento in uno dei periodi peggiori della sua storia. Dopo il triplice fischio il centrocampista ex Milan ha ricevuto il meritatissimo premio Uefa 'Man of the Match'. Riconoscimento da condividere ovviamente con il suo allenatore e con il resto del gruppo.

Riecco il muro nerazzurro: sicuri che Lewandowski fosse in campo?

In molti si saranno chiesti dove fosse Robert Lewandowski, a testimonianza della super prestazione sfornata dai 3 del reparto arretrato. Il bomber polacco è stato praticamente annullato dal suo diretto marcatore Stefan De Vrij, non riuscendo a rendersi mai pericoloso. L'olandese ex Feyenoord è stato praticamente perfetto nella lettura dei cross e dei passaggi indirizzati verso il cuore dell'area di rigore nerazzurra. A dargli una grossa mano ci ha pensato Milan Skriniar, finalmente tornato a murare giocatori avversari e tiri, dopo diverse partite in cui è sembrato spaesato e distratto. Doveroso sottolineare anche il lavoro svolto da Bastoni, sempre attento in marcatura su Dembelé, non ha mai abboccato alle sue finte. L'italiano classe '99 è stato prezioso anche in fase di impostazione ed ha aiutato le manovre d'attacco proponendosi in avanti, come ha abituato in passato. Se i tre centrali ritrovano l'affiatamento e lo spirito di una volta, diventa dura per tutti.

Dimarco, Barella e Lautaro trascinatori

Dimarco è sicuramente l'uomo più in forma della rosa nerazzurra. L'esterno sinistro classe '97 ha avviato l'azione del gol con un'apertura panoramica verso la fascia opposta alla sua e poi ha servito a Calhanoglu il passaggio decisivo. Davvero un periodo molto positivo per l'ex Parma, reduce da due reti in altrettante gare, di cui una con la Nazionale azzurra. A centrocampo il motorino inesauribile è stato il solito Nicolò Barella, sempre pronto a proporsi in zona d'attacco offrendo supporto alle punte. Lautaro Martinez ha continuato il suo digiuno, pur sfornando una buona prova, caratterizzata dal suo solito animo da combattente. Gli si rimprovera l'imprecisione in alcuni contropiedi che potevano essere sfruttati in maniera migliore in modo da mettere un punto esclamativo sul match. Questi tre giocatori sono al momento i trascinatori del gruppo. Non dimentichiamo la partita di corsa e sacrificio da parte di due giocatori esperti come Mkhitaryan e Darmian. Positivo anche l'apporto dei subentrati Acerbi, Dzeko, Dumfries, Gosens e Asllani. L'unico rimandato può essere Correa, tra l'altro uscito per un problema al ginocchio (risentimento tendineo) che lo costringerà a saltare la trasferta di Reggio Emilia.

Nervosismo, VAR e polemiche

La seconda metà di gioco è stata caratterizzata da caos e nervosismo sia in campo che sulle due panchine (ben 9 gli ammoniti: Onana, Bastoni, Barella, Calhanoglu, L.Martinez, Gavi, Busquets, Inzaghi e Xavi). Agli ospiti non sono andati giù due episodi decisi dal direttore di gara con l'ausilio del VAR.

PRIMO EPISODIO: Al 67' Dembelé riesce finalmente a sfondare sulla destra e fa partire un traversone indirizzato verso il centro; De Vrij non riesce ad intervenire di testa, Onana dietro di lui smanaccia in maniera non impeccabile e la palla finisce sui piedi di Pedri, libero di depositare in rete il gol del pareggio che gela i tifosi nerazzurri. L'arbitro sloveno Vincic, richiamato dal VAR, va a vedere l'azione al monitor e decide di annullare la rete per un tocco di mano da parte di Ansu Fati dopo la deviazione del portiere nerazzurro.

SECONDO EPISODIO: Al 90' Sergi Roberto guadagna il fondo e mette al centro, dove Dumfries anticipa Ansu Fati e allontana il pallone. Veementi proteste dei blaugrana che chiedono il tocco con la mano da parte dell'esterno olandese e dunque il penalty. Dopo un breve consulto con il VAR, Vincic fa riprendere il gioco con una semplice rimessa laterale per i catalani. Seguiranno ben 8 minuti e mezzo di recupero a causa delle ripetute interruzioni, con il pubblico di casa visibilmente contrariato.

L'allenatore dei blaugrana Xavi, nel post partita, ha affermato di aver subito un'ingiustizia. Questa mattina i quotidiani spagnoli hanno parlato di scandalo. Sicuramente un match che verrà ricordato a lungo, non tanto per l'agonismo visto in campo, quanto per le decisioni arbitrali.

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