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L'inesorabile declino di Cristiano Ronaldo: tutti vedono la fine, tranne lui

24 Ottobre 2022   Francesco Ciarnelli

L'asso portoghese si sta rendendo protagonista di un finale di carriera che nessuno si aspettava. Paga le scelte e i capricci delle ultime due stagioni. Sarà forse giunto il momento di porre fine a una splendida carriera?


Non sta andando nel migliore dei modi la seconda avventura di Cristiano Ronaldo con la maglia del Manchester United. Dopo una prima stagione apparentemente tranquilla, in cui è riuscito a segnare 24 reti in 38 presenze, quest'anno è finito ai margini della rosa dei Red Devils. Le frizioni con l'allenatore olandese Ten Hag aumentano di giorno in giorno e il campione portoghese vede il campo sempre con minor frequenza. All'orizzonte si scorge l'ipotesi cessione nel mercato invernale, mentre sembra lontana dalla sua mente l'idea di appendere gli scarpini al chiodo.

Rapporto con Ten Hag burrascoso

Da quando Ten Hag siede sulla panchina del Manchester United, il campione nativo di Funchal ha collezionato soltanto 12 presenze e 2 reti tra Premier ed Europa League. Appena 691 minuti giocati su 1260 disponibili. In alcune occasioni è subentrato, in altre è rimasto a guardare per tutta la durata del match e in altre ancora è stato sostituito. L'ultimo episodio è andato in scena alcuni giorni fa, durante il turno infrasettimanale contro il Tottenham. Il giocatore si è rifiutato di entrare nelle battute finali della sfida e si è diretto negli spogliatoi prima del triplice fischio. Un gesto non all'altezza della sua carriera, punito prontamente dal tecnico ex Ajax: messo momentaneamente fuori rosa e costretto ad allenarsi con l'Under21 del club. Un rapporto burrascoso che sta mettendo in cattiva luce un campione assoluto come il portoghese, il cui palmarès parla da solo: 33 trofei sollevati tra club e Nazionale oltre a innumerevoli e prestigiosi premi individuali. Record su record, 823 reti segnate: una leggenda vivente.

Scelte sbagliate e capricci: alcuni club si sono rifiutati di ingaggiarlo

Nell'ultimo anno, il 5 volte Pallone d'Oro, si è reso protagonista di scelte sbagliate e capricci. Ad agosto 2021 ha iniziato a manifestare la propria infelicità, facendo di tutto per lasciare la Juventus, pur di tornare nel Manchester United. Qui però ha trovato un ambiente completamente diverso da quello lasciato nell'estate 2009, quando si trasferì al Real Madrid. Il club inglese infatti sta cercando di riemergere e di costruire solide basi da cui ripartire, dopo diverse stagioni caratterizzate da caos societario e fallimenti a livello nazionale ed europeo. Se i suoi vecchi tifosi lo hanno accolto con entusiasmo, non si può dire lo stesso dello spogliatoio. Molti compagni non hanno mandato giù lo stipendio altissimo (circa 27 milioni di euro) garantitogli dalla famiglia Glazer. A questo si aggiunga il comportamento poco professionale manifestato con il passare dei mesi. Un'esclusione per scelta tecnica o una sconfitta bastano al giocatore per andare su tutte le furie e reagire in maniera sbagliata: dichiarazioni fuori luogo, nervosismo eccessivo (scaricato perfino su un piccolo sostenitore), rientri anticipati nello spogliatoio e bizze in seguito alle sostituzioni. Praticamente è insofferente e non riesce ad accettare il proprio declino. Di conseguenza, alcuni grandi club come l'Atletico Madrid e il Bayern Monaco, si sono rifiutati di ingaggiarlo durante l'estate scorsa: scaricato da tutti.

Dire 'basta' non è mai stato così difficile

Vi è un'opinione largamente condivisa tra appassionati e 'fan' del portoghese: ormai la sua carriera può definirsi conclusa, quantomeno ad alti livelli. Indiscutibile la forma fisica ancora brillante e di gran lunga superiore rispetto a parecchi suoi colleghi in giro per il mondo. A far scattare un campanello d'allarme è però il suo stato d'animo: sempre più triste e solitario, da esempio a zimbello. Alcune settimane fa il quotidiano spagnolo 'Marca ' ha riportato che l'ex Real Madrid si è rivolto allo psicologo canadese Jordan Peterson, in quanto soffre di depressione. Pertanto sono evidenti le difficoltà di un campione che è stato sempre punto di riferimento e fonte d'ispirazione per tantissime persone, in campo e fuori.

A febbraio compirà 38 anni, ciononostante l'ipotesi di appendere gli scarpini al chiodo sembra non essere stata ancora presa in considerazione dal diretto interessato. Forse lo attende un ritorno nella squadra che lo ha lanciato tra i grandi, lo Sporting Lisbona, o magari chissà deciderà di trasferirsi in un club pronto a ricoprirlo d'oro. Impensabile sia una compagine europea, più probabile trovi una sistemazione in MLS, Cina o Emirati Arabi. Di sicuro dire definitivamente 'addio' al mondo del calcio in questo momento è molto difficile: uno come lui ci tiene a chiudere in bellezza, segnando, battendo record e sollevando ancora trofei. L'importante è non correre il rischio di ridicolizzarsi pur di continuare a giocare per orgoglio personale. Ne sa qualcosa Gigi Buffon, finito a fare il secondo portiere in Serie B con la maglia del Parma, a quasi 45 anni.

Prima o poi tutto finisce, indubbiamente ciò che ha fatto CR7, dall'esordio tra i professionisti avvenuto nel 2002, rimarrà per sempre nella storia del calcio e nelle menti di chi ha avuto la fortuna di ammirare le giocate di questo grandissimo fenomeno.

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