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Europa League al via. C'è Ludogorets-Roma

8 Settembre 2022   Mauro Giansante

Giallorossi opachi in Friuli e in generale poco dominanti nei match di inizio stagione, ora il cambio di passo


La qualità, l'ampiezza della rosa, il carisma internazionale riguadagnato negli ultimi anni. L'esordio nella seconda competizione europea passa anche da qui. Mourinho lo sa.

Out Abraham e Karsdorp. Esordio per Svilar e Belotti

Il test del tardo pomeriggio, oltre a proporre una trasferta stancante, indica altro. Non ci saranno Abraham (rimasto a Roma più per riposare: alla spalla non sono risultate fratture), Zaniolo - che ha già tolto il tutore e vuole rientrare ad Empoli, al massimo contro l'Atalanta - e poi Kumbulla ed El Shaarawy attesi dopo la sosta.

Durante la quale molto probabilmente si accelererà, fino a portarla a conclusione, la trattativa Solbakken. Un colpo che impreziosirebbe ancor di più l'operato del mercato estivo concluso da poco.

Probabile per stasera, se non praticamente certo, anche l'esordio di Belotti davanti e Svilar in porta. Sul quale Mourinho ha fatto alcuni accenni nelle ultime conferenze. Per il resto, pochi cambi. I tre punti darebbero respiro rispetto a qualche malumore di troppo emerso da domenica sera nell'ambiente giallorosso. E nel girone serve fare bottino pieno per evitare le retrocesse dalla Champions agli Ottavi.

Andate in patch

Si riparte, insomma. Dopo oltre tre mesi dalla sbornia di Tirana, la Roma ricomincia l'avventura europea. Palcoscenico diverso, superiore, allettante, per Mourinho e per la sua Roma. I capitolini, con l'unica eccezione dell'Inter del Conte I (No, non Giuseppi, per dirla alla Trump), sono il club italiano più in forma sulla scena europea degli ultimi quattro anni. Semifinale di Champions nel 2018, di Europa League nel 2021, finale e vittoria della Conference League a maggio scorso. Tappe fondamentali che in mezzo a un cambio di proprietà, a tre gestioni sportive differenti, a tanti giocatori passati per la città hanno piano piano costruito una mentalità aziendale e tecnica più matura.

Accresciuta e ora da stabilizzare grazie a quell'uomo lì. Sempre lui: Josè Mourinho. Anche se i meriti sono anche della nuova presidenza, del General Manager Pinto, ma in panchina c'è lui. C'è la sua abitudine, ossessiva ma necessaria, alla vittoria. Alla prevalenza sportiva sull'altro. Sull'avversario. Che deve essere sconfitto a partire dalla conferenza stampa della vigilia, poi sul campo, poi applaudito e salutato a fine gara. Avanti il prossimo.

Negli occhi dei giocatori della Roma, invece, deve rimanere il risultato. Sì, ok, con il percorso fatto per arrivarci. Ma conta ciò che raccogli. E in questa Europa League che inizia tra poche ore la Roma scenderà in campo con una maglia europea particolare. Perché sulla manica avrà la patch, sì la toppa, che ricorda la vittoria di Tirana. Ecco, con la testa serve tornare lì. Ma non per continuare a festeggiare. Quello spetta ai tifosi nelle piazze, nei loro occhi, nei loro ricordi. Bensì per dare seguito a quanto di buono messo in fila in questi anni dal club, a quanto imparato in questo anno e mezzo da un allenatore che vincente è dire poco. Il resto sarebbero solo scuse.

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