I nerazzurri si rendono protagonisti dell’ennesima prestazione horror perdendo 3-1 contro una sorprendente Udinese. A far discutere sono soprattutto le scelte di Simone Inzaghi.

L’Inter sembrava essere sulla strada giusta con due vittorie consecutive in quattro giorni, impreziosite da una bella prova corale nel match di martedì contro il Viktoria Plzen, avversario tanto modesto quanto ostico. Alla ‘Dacia Arena’ riaffiorano però sempre gli stessi problemi e i nerazzurri crollano 3-1 contro i padroni di casa dell’Udinese, rimediando così il quarto k.o stagionale, tre dei quali in Serie A dopo appena 7 giornate. Attenzione a non sminuire la prova della squadra friulana, allenata ottimamente da Andrea Sottil, finora rivelazione del nostro campionato con 16 punti, al pari dell'Atalanta e ad una sola lunghezza dal Napoli capolista.
Barella illude, nella ripresa è monologo bianconero
Eppure il lunch match non era partito malissimo per i nerazzurri, capaci di trovare il vantaggio grazie ad una punizione magistrale di Nicolò Barella finita nel sette. La sfortunata autorete di Skriniar deve essere stata una mazzata al morale di una squadra evidentemente incapace di reagire nei momenti di difficoltà. Insieme al centrocampista sardo si è salvato anche capitan Handanovic, autore di grandi interventi per tenere a galla i suoi, prima di affondare insieme a tutti, per colpe non sue. Nella ripresa c'è stato un monologo bianconero, con Deulofeu incontenibile, autore di due assist per Bijol e Arslan, oltre ad un bel diagonale rasoterra finito contro il palo. La sfida ha ridato a Inzaghi una squadra molle e piena di insicurezze, debole dal punto di vista mentale a tal punto da commettere errori in successione. Lo sa bene Brozovic, apparso spento e inghiottito dalla corsa e fisicità del centrocampo avversario.
Cambi discutibili e malumori giustificati: Inzaghi di nuovo sotto accusa
La pecca di Simone Inzaghi sembrano essere i cambi, ieri arrivati probabilmente troppo presto. Al 31' infatti il tecnico piacentino ha sostituito Bastoni e Mkhitaryan, entrambi ammoniti, inserendo Dimarco e Gagliardini. I due giocatori sono usciti dal campo visibilmente stupiti e contrariati, in particolare il centrale scuola Atalanta ha preso a calci la panchina mostrando il suo disappunto alle telecamere. A questo si aggiunga poi l'inserimento di De Vrij al posto di Acerbi che stava disputando una buona gara, sempre attento e ordinato. Proprio l'olandese si è fatto anticipare con troppa facilità da Bijol in occasione del 2-1 bianconero. In molti hanno criticato l'operato dell'allenatore ex Lazio, apparso ancora una volta in confusione nella gestione delle sostituzioni. In questo caso c'è l'aggravante delle reazioni dei giocatori, le quali potrebbero ripercuotersi in maniera negativa all'interno dello spogliatoio: un problema in più di cui l'Inter non ha assolutamente bisogno.
Difesa colabrodo e attacco sterile
A preoccupare è soprattutto la difesa, irriconoscibile in tutti i suoi elementi, apparsi troppo spesso distratti e svogliati. Nei recenti successi nerazzurri era stato proprio il reparto arretrato uno dei punti di forza, facendo risultare la Beneamata sempre tra le meno battute del campionato. L’affiatamento creato da Antonio Conte sembra essersi definitivamente smarrito e già nella scorsa stagione iniziava a sgretolarsi. Nelle tre battute d’arresto Handanovic e compagni hanno visto puntualmente gli avversari segnare tre reti. Attualmente i gol subiti ne sono 11, troppi per una squadra destinata a competere per il titolo. Basti pensare che peggio di così stanno facendo solo Verona, Sampdoria, Monza e Cremonese, tutte situate nei bassifondi della classifica.
La miglior difesa è l'attacco recita un vecchio proverbio. Dalle parti di Appiano Gentile devono averlo completamente rimosso dalla memoria. Nelle ultime 5 partite tra Serie A e Champions League, Lautaro Martinez è rimasto a secco. Il peso delle azioni offensive non può essere sorretto soltanto da Edin Dzeko, probabilmente l'uomo più in forma tra i nerazzurri. Il 'Tucu' Correa, tanto voluto da Inzaghi, non garantisce continuità e non riesce ad incidere a partita in corso. L'attenuante potrebbe essere l'assenza di Lukaku, ma sarebbe troppo riduttivo limitare a ciò gli evidenti problemi di una squadra senza identità e senza voglia di vincere. Un attacco sterile, servito poco e male dai cinque del centrocampo. Urge ritrovare le motivazioni e la convinzione nei propri mezzi, a partire dalla prossima giornata contro la Roma, sperando di poter contare sul peso offensivo di 'Big Rom'.
Eguagliato il record negativo di sconfitte in 7 giornate
Piccolo dato: l’Inter eguaglia il suo record negativo di sconfitte nelle prime 7 giornate di Serie A. E’ la quarta volta che accade nell’era dei tre punti. Nei tre precedenti (stagioni 1998-99, 2000-01 e 2011-12) i nerazzurri non sono mai riusciti a rientrare tra le prime quattro posizioni. Questo quanto riportato dal sito statistico Opta.