La sconfitta con il Maccabi Haifa, è il culmine di un processo involutivo che ha travolto la Vecchia Signora in questi ultimi anni.

La Juventus sta vivendo uno dei capitoli più bui della sua storia, la tifoseria, chiede a gran voce l'esonero di Massimiliano Allegri. Ma come si è potuti giungere ad un epilogo simile, dopo anni di dominio e successi?
Mancanze a livello progettuale
Quando si creano progetti vincenti, nel caso di quelli bianconeri basati su un'inopinabile egemonia a livello nazionale, occorre sempre, senza distinzioni, capire dove ripartire una volta che si chiude un ciclo. Per sostituire al meglio i giocatori partenti, e per investire occuratamente su allenatore e nuovi prospetti . In casa Juve, vista l'impresa di nove scudetti vinti consecutivamente, sfiorando anche la Champions League per ben due volte, questo processo riesce nelle annate chirurgicamente. Poi, però, la macchina perfetta della Vecchia Signora, a partire dalla stagione 2019-2020, inizia a mostrare qualche intoppo. Le motivazioni? Una serie di scelte erronee sul mercato, dovute a una cecità nella progettualità.
Una serie di acquisti che hanno disatteso le aspettative
Nell'estate del 2019, infatti, a circa un anno dall'addio di Beppe Marotta in dirigenza, i bianconeri si rendono protagonisti di un mercato che comprometterà a lunghi tratti il progetto tecnico della Juventus. Gli onerosi acquisti (in termini di ingaggio) di Adrien Rabiot ed Aaron Ramsey, infatti, che avrebbero dovuto sostituire con il tempo Khedira, Pjanic e Matuidi (successori negli anni a loro volta di Pirlo, Marchisio, Vidal e Paul Pogba), si rivelano da subito investimenti sbagliati. Sia per le prestazioni espresse in campo dai calciatori, che per il grande esborso monetario (precisamente 7 milioni di euro annui ciascuno).
Oltre all'acquisto delle due mezz'ali, inoltre, la dirigenza bianconera si rende protagonista dello scambio Cancelo-Danilo con il Manchester City, e del ritorno di Gonzalo Higuain che, dopo solo una stagione, verrà poi messo ai margini della squadra. Come se non bastasse, gran parte delle new entry in rosa, vengono scelte prima del nuovo allenatore Maurizio Sarri, impedendo a quest'ultimo voce in capitolo. L'unica nota lieta di quella sessione di mercato, sarà l'arrivo a Torino di un difensore di livello come De Ligt. L'ennesimo talento che, in casa Juve, complice la presenza di Bonucci e Chiellini, non riuscirà a sbocciare del tutto.
Una scelta azzardata
Dopo una stagione caratterizzata dalla pausa Covid, e da un'altalena di prestazioni , la Juventus guidata da Maurizio Sarri riesce ad ottenere il nono scudetto consecutivo. A tratti esprimendo un gran calcio, mentre, in alcuni casi, evidenziando alcuni limiti nella rosa e, secondo la società, dell'allenatore. Al termine della stagione, infatti, la decisione della dirigenza bianconera verte su un esonero del tecnico, dopo solo un'annata a Torino. Una scelta forte, condivisibile o meno, che viene aggravata da una scelta ancor più sorprendente: la decisione di affidare la panchina ad Andrea Pirlo, al suo primo anno da allenatore. La stagione 2020-2021, non a caso, segnerà la fine dell'egemonia bianconera sul territorio nazionale, con il raggiungimento della qualificazione in Champions League, ottenuto all'ultima giornata di campionato.
Il fallimentare Allegri bis
Dopo un'annata da dimenticare con Andrea Pirlo, seppur contrassegnata dalla conquista di Coppa Italia e Supercoppa, il presidente Andrea Agnelli sceglie di affidare la panchina bianconera nuovamente a Massimiliano Allegri, confidando, probabilmente in un usato sicuro. Ma si sa, soprattutto nel calcio, spesso i ritorni disattendono le aspettative. Il terzo cambio consecutivo in panchina, porta ancor più instabilità nel gruppo e, complice l'addio di Cristiano Ronaldo sullo scadere del mercato, la situazione peggiora ulteriormente. Nonostante la conferma di Allegri, dopo la scorsa annata catastrofica senza titoli vinti, la musica quest'anno è addirittura peggiorata. Chiaramente le colpe sono molteplici e imputabili a tutto il gruppo squadra, come sottolineato dallo stesso Andrea Agnelli, ma la sensazione è che, senza una nuova guida tecnica, la Juventus faticherà a rialzarsi.