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Osimhen, gol da 3 punti alla Roma: cosa gli manca per diventare uno dei migliori 5 centravanti del mondo

24 Ottobre 2022   Dario Mondola

La straordinaria prodezza balistica di Victor Osimhen è di rara importanza. Il Napoli così passa l'ennesimo esame di maturità a pieni voti. Il nigeriano è tornato per riprendersi gli azzurri.


Osimhen ci ha messo tutta la rabbia agonistica che aveva in quel destro micidiale, realizzando il gol da 3 punti a Roma. Un gol che però sulla carta ha un valore molto più profondo: il Napoli non scherza, e vince il terzo big match in trasferta dopo Lazio e Milan. Ci si interroga ancora sul talento del nigeriano, ma può diventare tra i migliori centravanti del mondo?

Perché non è ancora tra i migliori 5 centravanti del mondo

Chiedete ai fantallenatori se essere l'attaccante del Napoli non sia un bel mestiere: Quagliarella, Cavani, Higuain, Milik (con ginocchia integre), Mertens (la più geniale invenzione di Sarri). Il nigeriano viene catapultato in Serie A nel 2020 a quasi 22 anni, per raccogliere l'eredità dei giocatori sopracitati. E dopo una buona partenza, complice un infortunio verso la fine dell'anno, Victor salta gran parte della stagione. Torna negli ultimi mesi, da attaccante della squadra da 43 punti nel girone di ritorno. E il pensiero era comune: "Fisicamente devastante, ma non ha tecnica". Un grande atleta prestato al mondo del calcio. Ancora oggi il ragazzo fa fatica negli spazi chiusi e qualche volta nel controllo palla. Ma dobbiamo essere sinceri: se avesse anche una tecnica sopraffina, unita a un fisico visto poche volte nella storia del calcio, sarebbe già nella top 3 dei centravanti. Qualche volta Osimhen sbaglia gol facili, ma fa quelli difficili (il gol da 3 punti lo testimonia). Questo è Victor al momento, prendere o lasciare.

Perché può esserlo

Osimhen è un mix tra un ghepardo e una libellula. Se gli viene dato campo raggiunge ogni pallone, anche quelli dati per persi dal 90% dei colleghi. Le sue gambe chilometriche gli permettono di mettere sempre pressione, cogliendo di sorpresa molti avversari. In situazioni in cui nessuno ci prova, lui lo fa e ci riesce pure. Il nigeriano salta, corre, pressa, segna. E lo fa in tutti i modi possibili. Ieri contro la Roma ha anche giocato egregiamente di sponda, tenendo il pallone e smistandolo ai compagni sulle fasce. Proprio ciò che ci si aspetta da un centravanti. Osimhen ha evidenti margini di miglioramento e niente gli vieta di sognare in grande. Se n'è accorto il Manchester United che ha provato a prenderlo in estate, ma qualcuno ci proverà di nuovo. Ha la possibilità di entrare nella top 5 dei centravanti, considerando anche che due di questi sono quasi 35enni (Benzema e Lewandowski), ma dipende da lui. Le qualità le ha tutte, e anche il fisico. Che forse non è da giocatore di calcio, ma Osimhen non lo sa e segna lo stesso.

L'aspetto più importante: la mentalità di Osimhen

C'è poi l'aspetto più importante che separa i grandi dai non grandi: la mentalità. Osimhen sbraccia, si dispera, spera, gioisce con i compagni. In parole povere, per vincere farebbe di tutto perché ci tiene. E la competitività è un fattore fondamentale perché rende possibile, l'impossibile. Questa è stata anche l'arma a doppio taglio del ragazzo di Lagos. Buttandosi sempre per questa sua voglia di lottare, anche dove era meglio lasciar perdere, è stato costretto a fermarsi varie volte per infortunio. Ancora non riesce a capire la differenza tra il "è difficile per tutti, ma non per me" e il "è difficile per tutti, anche per me". Capito questo, con quella voglia di vincere e quella "cazzimma" tanto cara ai napoletani, Osimhen è forgiato.

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