La sfida di Europa League con il Betis finisce 1-2, Olimpico gelato e speranze di arrivare al primo posto nel girone molto lontane

Se cinquantamila fossero i gol mangiati e non le lacrime cantate da Nina Zilli la protagonista sarebbe la Roma. Se al posto dei baci, i ventiquattromila di Adriano Celentano, mettessimo i pali e le big chances altrettanto.
L'Europa League della Roma si complica
Davanti a oltre 62mila spettatori, componenti un'Olimpico ancora una volta caldo e colorato, la Roma cade e fa esultare i cinquemila andalusi venuti nella Capitale a supporto dei bianco-verdi di Siviglia. La sconfitta è immeritata, il Betis gioca meglio nel primo tempo ma nella ripresa rallenta e favorisce una prevalenza dei giallorossi.
Che, però, ancora una volta peccano troppo. Stavolta non nell'approccio, che vede brillare (seppur solo in quella fase iniziale del match) Zaniolo. Ma nella manovra, nell'espressione tecnica del calcio con il pallone tra i piedi. Proprio come evidenziato da Mourinho nel post-partita. "Un pareggio sarebbe stato più giusto". E forse anche di più.
Anche ieri, come contro l'Atalanta, la sconfitta è il risultato più in generoso. Prodotto, però, dal peccato dei peccati. La Roma non segna. Ha qualità nei singoli, non predilige il gioco sviluppato per offendere l'avversario (per lo più riparte veloce, preferisce questo) ma crea tanto. Molto da palle inattive, ieri meno per via di angoli spesso battuti bassi da Dybala. Ma comunque i pericoli dalla bandierina ci sono stati. E non solo. Il gol di Cristante non si può sbagliare. Anche ieri l'elenco è troppo lungo.
Le certezze e le prospettive
I gol subiti dal Betis sono parte del catalogo dei difetti giallorossi di questa stagione. La staticità in alcune situazioni passive, segno della lentezza della coppia Cristante-Matic. Che provoca distanze tra i reparti e troppi vuoti in mezzo al campo. Pane per i denti per il club del Benito Villamarin, bravo a tirare spesso da fuori. Sfruttando anche la fragilità psicologica di Rui Patricio, ieri non colpevole ma in generale convalescente. Da ritrovare.
Brillano, ancora una volta, Dybala e Ibanez. Benissimo anche Matic. Mentre Spinazzola evidenzia ancora i ritardi di una condizione che non c'è. Inaccettabile scordarsi un avversario in area. Impensabile pensare di essere soli lì, in the box. In prossimità del triplice fischio e con il risultato ancora in bilico. Impensabile, sembra, fare a meno di Lorenzo Pellegrini. Inaccettabile non ammonire Pezzella anziché redarguirlo, ingenuo farsi espellere a partita ormai agli sgoccioli. I gol di Abraham dove sono?
Adesso fare i calcoli non serve. Così come vanno evitati i drammi da secondo posto nel girone. Nessuno ha detto che giovedì sia vietato fare risultato a Siviglia. Ma i problemi restano, la grana infortuni è definitivamente tornata e la Roma che tutti si immaginavano guardando l'album delle figurine composto in estate è ancora lontana. Domenica torna il campionato.