La prolungata sosta per i Mondiali mette a dura prova i sostenitori della Serie A, e mai come questa volta i tifosi del Napoli. Un anno del genere è particolare e il +8 in classifica permette di fare voli pindarici, scovando similitudini col passato.

Sono passati più di 30 anni ed era tutto diverso. Non solo il modo di giocare, anche le regole. Insomma, un altro calcio. Il secondo ed ultimo Scudetto del Napoli risale alla stagione 1989/90, quando il pubblico azzurro era deliziato dal miglior giocatore di tutti i tempi. Quest'anno il Napoli di Spalletti ha la ghiotta occasione di riportare lo Scudetto all'ombra del Vesuvio. Ma in cosa si somigliano il Napoli di Maradona e quello di Kvaratskhelia?
Il Napoli non parte mai favorito
Innanzitutto, ai nastri di partenza gli azzurri non sono mai partiti tra i favoriti. In particolare quest'anno, il Napoli è diventato favorito per la vittoria finale col passare delle partite. Giocando meglio degli altri, vincendo più partite degli altri e commettendo meno errori degli altri. Lo stesso vale per il 1990, quando il Milan di Van Basten era ancora la squadra da battere, per non parlare dell'Inter dei tedeschi. In realtà, tra le due formazioni, ci sono piccole differenze. Un centrocampo arcigno, di mastini, di gente che morde le caviglie era quello di Maradona. Un centrocampo tecnico e di qualità, quello di Osimhen.
Tutti sono utili, nessuno è indispensabile
Ma non molti ricorderanno che quel Napoli dovette fare a meno di Maradona nelle prime partite, a causa di alcuni screzi con la società. La squadra tenne botta. Lottò, e pur non giocando benissimo, macinava punti su punti. Col passare del tempo, come oggi, gli azzurri hanno fatto capire che il ruolo di comparsa non gli si addiceva. E come oggi, quella squadra seppe reagire all'assenza del fulcro del suo gioco. La compattezza del gruppo, il saper sopperire alle assenze pesanti (Kvaratskhelia e Osimhen su tutti), rendono questi due Napoli simili tra loro. Se poi ci aggiungiamo che in entrambi i casi potrebbe esserci il miglior giocatore del campionato a scaldare i cuori azzurri (Kvaratskhelia o Osimhen?), i rimandi a più di 30 anni fa sono lampanti. È il momento di dare l'accelerata finale alla ripresa, affinché la città abbia finalmente la gioia che merita dopo tanta attesa.