L'attuale tecnico del Potenza Calcio si è raccontato in esclusiva a Calciatori Ignoranti Originals, LIVE su Twicth: l'amore per il Palermo, la chiamata dei rossoneri, la coppia-gol con Zlatan Ibrahimovic, il gol a Barcellona e le esperienze in Premier League e in MLS a Orlando.

Antonio Nocerino è stato ospite a Calciatori Ignoranti - Originals, in diretta sul profilo Twitch della Community, raccontandosi in maniera totale sulla sua carriera da calciatore. Dallo start alla Juventus e l'approdo al Palermo, alla super stagione 2011/12 con la maglia del Milan e al feeling con Zlatan Ibrahimovic, passando per il rapporto con la Sud che gli dedicò un coro iconico. Oggi Nocerino è allenatore della Primavera del Potenza Calcio.
Un palermitano adottivo
Parlando di Palermo mi viene la pelle d'oca perché oltre al calcio mi ha dato umanamente tantissimo. E' la squadra in cui sono stato meglio in assoluto. Avevamo creato un gruppo e un'alchimia impressionante e questo in campo si vedeva. In quella città ci stavo benissimo, ero diventato un palermitano adottivo. Ero in scadenza e non volevo andare via, speravo anzi che il club mi rinnovasse il contrario, quando invece l'obiettivo era vendermi. Così chiamò il Milan e a un club di questa portata è dura dire di no. Fui davvero orgoglioso dell'interesse rossonero.
Fabregas, Hamsik a altri ancora, ma alla fine arriva Mister X
Dovevano arrivare Hamsik, Fabregas o uno tra i tanti nomi che giravano quell'estate, ma alla fine presero me. Al momento della scelta del numero di maglia mi trovai spiazzato perché, al Milan, tutti i numeri sono pesanti: chiesi il 23, ma era occupato e perciò optai per il numero precedente, ovvero il 22. Non l'avessi mai fatto, mi disintegrarono. Dicevano: "Ma chi abbiamo preso?" o "Il 22 sulle spalle di questo qui, Kakà starà piangendo". Frasi che ricorderò per sempre. Avevo un solo modo per far cambiare idea a tutti ed era il campo.
Ooooh Nocerino, picchia duro, facci un gol
Ero tutto cuore, passione e voglia di arrivare, senza un pizzico di paura. La gente rossonera un po' si rispecchiava in me, mi vedeva come uno di loro. Ad oggi, senza nulla togliere agli altri, insieme a "Pioli is on fire", il coro "Nocerino picchia duro" è il più bello in assoluto della tifoseria milanista che nella storia ha visto giocatori di un livello inimmaginabile.
Stagione 2011/12: il Milan prende una mezzala da 11 gol
Al tempo stilarono le coppie più prolifiche della Serie A e quindi vedevi Totti e Osvaldo, Cavani e Lavezzi, Matri e Vucinic, poi c'ero io con Ibrahimovic. Mi venne da ridere, potevano accoppiarlo con Robinho, con Cassano, non certo con me che facevo la mezzala. Zlatan mi ha aiutato, così come hanno fatto Nesta, Thiago Silva, Van Bommel e altri ancora. Serve qualità per arrivare a giocare con gente così, io sfruttai bene tutte le mie carte.
Il gol-fantasma di Muntari a San Siro contro la Juventus
Impossibile non vedere quel gol, anche guardando la posizione del guardalinee. Se vinci quella partita, vinci anche lo scudetto perché mentalmente distruggi la Juventus. Vinsero meritatamente perché non mollarono nulla, ma con 3 punti in quella sfida alla fine ti porti a casa anche il titolo. Non lo perdi mai.
Dal nulla al sogno: il gol al Camp Nou di Barcellona
Barcellona-Milan del 2012 nei miei ricordi pesa tanto. Mi ricorda che sono partito dal nulla e arrivato su un campo che sognavo da bambino, che pensavo di poter vedere solo in TV. Al Camp Nou c'era anche mio padre che, prima di allora, in trasferta non mi aveva mai seguito. Coronai il suo sogno. Mi passò davanti tutto: i sacrifici, il percorso, la fatica ad emergere. Se non hai testa, cuore, capacità e famiglia alle spalle, a quei livelli non ci arrivi.
Antonio Nocerino a uomo su Leo Messi
A uomo su Messi: in realtà pagai il biglietto per vederlo da vicino (ride, ndr). La realtà è che quelli come lui fanno un altro sport. Stare lì con loro è già un sogno. A volte mi fermavo e pensavo: "Ma io che sport sto facendo rispetto a questi qui"? Leo sta facendo la storia del calcio, ma c'erano anche Xavi e Iniesta che non perdevano una palla.
Premier League calling. L'esperienza al West Ham
Fu un'esperienza stupenda, mi ha permesso di aprire la mente. Io sono un grande curioso, ebbi la fortuna di fare questa esperienza ad Upton Park che mi ha portato ad essere quello che sono oggi, mi ha preparato a vivere in futuro anche in America. L'Inghilterra mi ha arricchito, come calciatore e come persona.
Alla scoperta della MLS e dell'Orlando City
Ho scelto di chiudere a Orlando perché non stavo più bene negli spogliatori con le nuove generazioni, non mi ci vedevo con le foto e i selfie prima degli allenamenti, la mia cultura cozzava con i nuovi gruppi. Ero comunque curioso, volevo guardare oltre e dare anche un'opportunità al futuro dei miei figli.
Una nuova vita da allenatore
Mi piacerebbe aiutare, sostenere e trasferire le mie idee, rimanendo sempre me stesso, sincero, onesto, diretto. In campo mi piace dare input e suggerimenti, ma non dimentichiamo che poi ci sono i giocatori. Meglio se di qualità e offensivi perché il calcio sta cambiando, anche grazie agli allenatori. Ad esempio: ho due giocatori di fascia molto forti, ma quando non dribblano mi arrabbio parecchio. Do tanta responsabilità ai ragazzi.
Il valore umano e il Potenza Calcio
A Potenza ho trovato una società seria, umanamente una proprietà incredibile perché c'è spessore umano. Ho accettato dopo il primo confronto con il presidente. Non guardo categorie o città, conta prima di tutto il valore umano e il margine per potermi esprimere